Finché non si evolve, non abbandona mai l'albero su cui nasce e impara a cavarsela da solo fin dai primi minuti di vita, restando immobile fra le foglie e aspettando che la preda si avvicini per attaccarla. Spesso rimane settimane intere senza mangiare e per sopravvivere si nutre di resina e di schegge di legno.
Si muove di rado perché passa gran parte del suo tempo fra le foglie degli alberi, attendendo la preda da afferrare con i suoi poderosi artigli.
Se viene scoperta la sua trappola non esita a lottare, parando i colpi avversari usando sempre i suoi artigli che gli fungono anche da scudo, ma essendo poco resistenti, non riescono a resistere ai colpi più forti.
Il suo corpo è resistente come la roccia, anche se non si direbbe dal suo aspetto lungilineo, ma sono i suoi artigli che usa come uno scudo a renderlo così resiliente.
Può parare anche i colpi più potenti utilizzando le sue zampe per restare stabile e in equilibrio, piantandole nel terreno.
ISPIRAZIONE
Mantichop è ispirato ad una mantide religiosa
Slycer e Slicield sono ispirati anche agli "impi" (parola zulu che significa "combattimento" ed era riferita ai combattenti zulu che andavano in guerra)
ORIGINE DEL NOME
Mantichop deriva dalle parole "mantis" (mantide) e "chop" (tagliare)
Slycer deriva da "slicer" ed è una storpiatura di questa parola
Slicield deriva da "slice" (tagliare, affettare) e da "shield" (scudo)